PAGINE DI STORIA A TAVOLA
Cene d'autore con piatti ispirati a personaggi piemontesi
A cura di Clara e Gigi Padovani
www.claragigipadovani.com
Clara Vada Padovani
Già docente di matematica, è appassionata di storia della cucina ed è critica gastronomica. Ha pubblicato diversi libri, sia da sola sia con il marito. Tra gli ultimi, con Gigi: Italia Buon Paese (Blu Edizioni, 2011); Street Food all’italiana (Giunti 2013), Tiramisù (Giunti 2016). L’ingrediente della felicità (Centauria, 2017).
Ha firmato due volumi di successo: Passione Nutella (Giunti, 2006) e Dolci del sole (con il pasticciere Salvatore De Riso, Rizzoli 2008).
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Gigi Padovani
Giornalista professionista, è stato per trent’anni a «La Stampa» e collabora a vari giornali; già critico gastronomico della Guida Ristoranti dell’Espresso, ora è componente del Centro Studi Nazionale dell’Accademia Italiana della Cucina. Ha pubblicato numerosi libri, alcuni con la moglie Clara, altri da solo. Tra gli ultimi: Mondo Nutella (Rizzoli Etas, 2014); L’arte di bere il vino e vivere felici (Centauria, 2016), Slow Food, Storia di un’utopia possibile (con Carlo Petrini, Slow Food Editore e Giunti, 2017).
Ha scritto Giuseppe Prezzolini che «gli spaghetti sono l’espressione del genio collettivo del popolo italiano». Se è vero che un popolo si identifica con la sua storia, ora noi ci specchiamo felicemente nelle nostre tavole. Dietro ogni piatto c’è un territorio, una tradizione, dei prodotti tipici.
Un cuoco, Vialardi, un pittore, Fillia, un imprenditore, Gualino, e uno scrittore, Soldati, ci aiuteranno a sfogliare queste pagine di storia a tavola.
Torino ha contribuito a costruire l’identità nazionale e anche quella gastronomica, attraverso i cuochi di Casa Savoia, che hanno fatto diventare italiani i piatti ideati da grandi chef francesi.
Prima di Pellegrino Artusi, unificatore nazionale delle tradizioni regionali culinarie, fu Giovanni Vialardi, cuoco formatosi nelle cucine torinesi di Palazzo Reale, a dare alle stampe nel 1854 il primo ricettario destinato alle case borghesi. Molti anni dopo, nel 1934, nella Taverna del Santo Palato a pochi passi da piazza Vittorio Veneto, furono i futuristi, unico movimento artistico italiano noto in tutto il mondo, a battezzare piatti innovativi e poli sensoriali che oggi ci ricordano le esperienze di tanti chef contemporanei. E come dimenticare che il capoluogo sabaudo fu capitale del cioccolato per almeno due secoli, fino all’avventura della Unica, poi diventata Venchi Unica, fondata dal grande imprenditore Riccardo Gualino, al quale la città dedicherà quest’anno un’importante mostra. Nel 1957 la gastronomia approda sugli schermi televisivi grazie allo scrittore torinese Mario Soldati con il suo programma Viaggio lungo la Valle del Po alla ricerca dei cibi genuini: nel 2019 se ne ricorderà il ventennale dalla morte.
Il cuoco Vialardi, il pittore futurista Fillia, l’imprenditore Gualino e lo scrittore Soldati sono quattro personaggi piemontesi che ci permettono di ricostruire una narrazione gastronomica inedita, che dalla storia arriva nel piatto attraverso le abili mani dello chef Luca Taretto, approdato da un anno al ristorante La Cloche 1967, un locale della grande tradizione torinese gestito con il consueto savoir faire dalla famiglia Bello. I food writer Clara e Gigi Padovani, autori di numerosi libri dedicati al costume alimentare italiano, hanno ideato con lo chef un percorso gastronomico in quattro cene che portano in tavola altrettanti momenti della storia di Torino.
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[Costo di ogni cena 50€, vini inclusi]
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Il Fritto Misto alla tavola di Casa Savoia: Giovanni Vialardi
giovedì 28 febbraio, sabato 2 marzo, martedì 5 marzo
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Alla Taverna del Santo Palato con Fillia e la Cucina Futurista
sabato 23 marzo
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Riccardo Gualino cioccolatiere: dall'antipasto al dolce con il Cibo degli Dei
sabato 13 aprile
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Viaggio nella Valle del Po con Mario Soldati a vent'anni dalla morte
sabato 18 maggio
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Mario Soldati fu scrittore e intellettuale poliedrico: seppe muovere la sua attività tra il giornalismo, la saggistica, il romanzo, il cinema e la televisione. Il 17 giugno ricorrerà il ventennale della sua morte e ci piace ricordarne l’intelligente azione di raffinato gourmet, che con la trasmissione Viaggio nella Valle del Po alla ricerca di cibi genuini, andata in onda sul Programma Nazionale Rai in dodici puntate, tra la fine del 1957 e l’inizio del 1958, segnò l’esordio della narrazione gastronomica in televisione.
In quel programma Soldati (Torino 1906 – Tellaro 1999) volle raccontare la pianura padana attraverso la cucina e le tradizione di osti, artigiani, contadini che descrivevano le loro piccole produzioni, contrapposte a quelle dell’industria alimentare che incominciava ad affacciarsi nell’Italia della ripresa economica dopo la Seconda Guerra Mondiale.
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Partecipa alla serata: Elisabetta Cocito, segretario del Centro Studi Nazionale dell’Accademia Italiana della Cucina, illustra la figura di Mario Soldati gastronomo